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Un cocktail per la pace: cognac ucraino e vodka russa

#pacifico

In questi giorni c’è poco da festeggiare, e la mia fantasia, come quella di molti di noi, è abbastanza bloccata. Nella mia ormai relativamente lunga vita da bevitore, non ho mai collegato l’alcol ai momenti tristi. Bevo quando sono felice e in compagnia, non quando devo consolarmi o dimenticare. Perché l’alcol è potente, è un’arma a doppio taglio, così è stato più forte di me: ho pensato a come creare un cocktail per la pace, un mix che, almeno metaforicamente, possa unire e far riabbracciare due popoli che oggi stanno vivendo un momento che buio è dire poco.

cocktail pace bandiera
foto di Jordan McDonald via unsplash

Quando il cognac ucraino…

Non si tratta di un’idea originale, è già successo con il Cuba Libre che associò il rum tipico cubano alla celebre Coca Cola made in USA, con un risultato strepitoso che lo rende tuttora uno dei cocktail più consumati al mondo.

(A proposito, sempre in questi giorni ho appreso che secondo l’ultima classifica di Drinks International, il Negroni, orgoglio italiano, sia il cocktail più bevuto del pianeta, dopo anni di dominio incontrastato dell’Old Fashioned! Lo sapevate?)

Ma torniamo a noi, noi che, no, non abbiamo la pretesa di cambiare la politica mondiale con un sorso di questo cocktail per la pace. Non cesseranno neppure i bombardamenti, ma lo berremo pensando alle brave persone da un lato all’altro della barricata, quelle che sono oltre chi comanda e prende decisioni folli.

L’Ucraina non è nota per la produzione di liquori e bevande in generale, tuttavia c’è un super alcolico che da quelle parti è molto diffuso e soprattutto molto bevuto. Prende il nome dal più famoso cugino francese: si tratta del cognac ucraino. Sorpresi, vero? Il più famoso è lo Shabo, un vero e proprio marchio nazionale che è andato oltre i consumi locali e viene prodotto da un’azienda vicino Odessa dal 1822.

Gli ucraini se ne fregano delle denominazioni registrate e quindi in maniera spontanea lo chiamano cognac, cosa che mi trova assolutamente d’accordo! È uno spirito che deriva dal vino e somiglia al brandy, che di solito invecchia qualche anno prima di finire nel bicchiere. Il suo sapore è molto simile a quello di una grappa barricata – un po’ più grezzo quando l’affinamento è breve – e il prezzo abbordabile. Ma ci sono anche assolute eccellenze, chiaramente ad un prezzo consono ad un liquore di alta qualità.

…incontra la vodka russa

A cosa uniamo il cognac ucraino per creare un mix interessante senza distoglierci, ahimè, dalla situazione attuale? Sì, alla vodka.

Simbolo della Russia nel bicchiere, con il suo sapore a primo impatto neutro, la vodka è la compagna di viaggio perfetta per il cognac ucraino, che ha sapori ben più decisi di vinaccia e di legno. Per smussare gli angoli, aggiungerei il sentore rinfrescante degli agrumi, e nello specifico propongo succo di mandarino e lime spremuto.

Come preparare, quindi, quello che ribattezzerei il “Pacifico”?

Prendiamo un bicchierone, ci mettiamo molto ghiaccio, 3 cl di cognac ucraino, 2 cl di vodka russa, 10 cl di succo di mandarino, e una spruzzata di lime. Mescoliamo con il cucchiaino lungo da cappuccino, e ci gustiamo il sapore di quanto sarebbe bella la pace.

Ce lo beviamo con calma, riconoscendo la fortuna che abbiamo e dedicando un pensiero a chi lo è meno, senza fare il brindisi.

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Pier Paolo Vecchi
Pier Paolo Vecchi

Fondatore e autore,
#curioso

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