servizio sala ristorante

Come essere un buon cliente al ristorante, parte 2

Seconda puntata


Avete controllato il menù per essere certi di incontrare le aspettative, almeno sulla carta. Avete prenotato, magari telefonicamente, e una volta entrati avete pazientemente aspettato il posto riservato per voi.

Ci eravamo lasciati qui, con la tacita accettazione del tavolo appena assegnato, anche se in tanti ci hanno fatto notare che spifferi e aria condizionata possono spesso essere una conditio sine qua non per avanzare una richiesta a spostarsi altrove.

Ve la concediamo, ma veniamo a cosa succede quando ormai è tempo di ordinare al ristorante…

6. Accertati di avere le idee chiare prima di chiamare il/la cameriere/a al tavolo

Il/La cameriere/a si avvicina al vostro tavolo solo in due circostanze: quando lo/la chiamate o di sua spontanea volontà, consapevole del fatto che potrebbe non trovarvi pronti. A quel punto, se è un professionista, vi offrirà comunque di ordinare da bere. Nella maggior parte dei casi, però, il personale di sala interviene quando interpellato, e, specie nelle tavolate più numerose, è solo un componente del gruppo a sollevare il braccio.

Ha fame e se ne frega del resto dei commensali che, magari, non hanno neppure iniziato a sfogliare il menù. Il tempo da dedicare diventa tempo da sprecare, perché nessun cameriere ha solo il vostro tavolo da gestire, specie nei ristoranti più grandi.

Tenendo questo a mente, sono certo che vi verrà più spontaneo coordinarvi prima di attirare l’attenzione, ricordandovi che è concesso, se non auspicabile, chiedere aiuto al cameriere nel caso di indecisioni. Anche perché meglio ordinare tutti nello stesso momento per mangiare in simultanea: mandare una parte degli ordini per poi proseguire, se non è il sushi all you can eat, significa mangiare in differita e allungare i tempi di attesa.

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Foto di Louis Hansel su Unsplash

7. Non sbracciarti per attirare l’attenzione del/la cameriere/a

Spesso capita che i/le camerieri/e siano molto presi da ciò che fanno, ma i veri professionisti sono perfettamente consapevoli di tutto ciò che avviene in sala, anche e soprattutto di chi attende.

Perciò, sbracciarsi non serve. Basta cercare il contatto visivo, e se non funziona, osare un cenno. Se il cameriere non arriva non è perché si è dimenticato/a di voi, ma perché ha altri compiti da sbrigare prima di venire a prendere la vostra comanda, non perché sia meno importante, ma perché segue un certo ordine. Immaginate la to do list del lunedì mattina e moltiplicatela per ogni servizio, ecco. Se qualcuno fischiasse per incitarvi o vi urlasse di darti una mossa, come vi sentireste? Siamo al ristorante, non al circo, e poi non è rispettoso, anche se il lavoro del personale di sala è essere lì per voi.

8. Non chiedere variazioni ai piatti del menù

Abbiamo già detto che oggi come oggi allergie e intolleranze si sono moltiplicate ed è giusto venirgli incontro anche al ristorante. Altra criticità sono i gusti sempre più difficili da accontentare. Qui la parola d’ordine è fiducia: il piatto offerto sul menù è stato studiato in una certa maniera proprio per darvi il massimo anche a livello organolettico.

Se un ingrediente di quel piatto non vi piace, considerate di cambiare piatto o perlomeno di chiedere quanto preponderante sia quell’ingrediente. Insomma, forse ordinare una cacio e pepe senza cacio non ha senso! Se volete una margherita senza mozzarella, non è una margherita, ma una marinara. Se non vi piace l’aglio allora volete una disperata (di nome e di fatto).

Il consiglio è di cercare in menù la cosa che più si avvicina al vostro gusto o comunque di fare delle richieste intelligenti, solo se indispensabili. Ogni fuori menù implica un rallentamento in cucina e un raddoppiamento potenziale degli errori perché si tende a seguire degli automatismi.

Immaginate se anche solo un cliente per tavolo chiedesse “una semplice modifica”: la cucina imploderebbe.

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Foto di Jay Wennington su Unsplash

9. Quando assaggi il vino è solo per sapere se sa di tappo!

Non tutti sanno che il fatidico momento dell’assaggio del vino al ristorante non è davvero per sapere se piace. Mi spiego meglio: in teoria il vino che assaggiate e che scartate per mero gusto personale dovrebbe essere pagato. Anche perché il cameriere o addirittura il sommelier che vi ha accompagnato nella scelta del vino dovrebbe aver seguito le vostre richieste o preferenze del momento indicandovi quello giusto.

Quando chiedo a un cliente se il vino è buono, sto chiedendo se sa di tappo, che, sembra una leggenda metropolitana, ma, giuro, può capitare perché magari non è stato conservato correttamente in primis dal fornitore. Molti tappi ormai sono in plastica e non di sughero, ma anche in quel caso il vino si fa assaggiare.

Come si riconosce un vino che sa di tappo? Chiedete il tappo stesso e annusatelo. Se è bagnato, e sa di vino e il vino non vi piace, vuol dire che il vino non incontra il vostro gusto.

Se il tappo è secco e, appunto, sa di tappo, è probabile, ma non matematicamente certo, che il sapore del vino sia cattivo in sé. Se non sapete riconoscerlo, allora anche in questo caso fidatevi del cameriere che non è lì per fregarvi e vendervi una bottiglia fallata!

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Foto di Louise Hansel su Unsplash

10. Sii magnanim*, gli errori capitano!

Tuttavia, si può sbagliare. E capisco che da cliente si pretenda che tutto sia giusto e perfetto, ma dietro alle cucine ci sono persone che nel 99% dei casi ce la mettono tutta. Al ristorante, se qualcuno commette un errore non la passa liscia, ve lo posso assicurare. L’oste è sempre dispiaciuto davanti a un cliente insoddisfatto e quell’insoddisfazione si rifletterà sullo staff che l’ha provocata.

Si può sbagliare un ordine e portare una cosa per un’altra, si può non cuocere bene una pietanza, si può portare un piatto non modificato dopo aver accolto la modifica al tavolo. Questo è un errore dello staff, ed è legittimo farlo notare, ma senza tragedie plateali. E se lo staff chiede umilmente perdono, altrettanto umilmente auspica un “non importa” e un’apertura a trovare una soluzione insieme senza andare sopra le righe.

Non è ancora finita qui: gli ultimi 5 punti arrivano tra qualche settimana!
Nel frattempo fatemi sapere: ci ho preso anche stavolta?
Qual è la vostra esperienza da clienti al ristorante o da ristoratori?

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Simone Franco
Simone Franco

Fondatore e autore,
#ex schizzinoso

Articoli: 28

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