trofie al pesto fatto in casa

Mangiare le trofie al pesto di zia Maria a Manesseno

#nostalgiche

Può una calabrese DOC preparare il pesto alla genovese migliore che io abbia mai mangiato?

C’è il trucco.

Parliamo di zia Maria, la sorella di nonno Raffaele, che è nata a Crotone, parla ancora quotidianamente il dialetto crotonese, pur alternandolo a qualche “belin“, ma abita a Manesseno dacchè ne ho memoria. Manesseno è una frazione di Sant’Olcese, ad una manciata di chilometri dal centro di Genova e, tra i suoi pregi, è vicinissima ad una fabbrica di canestrelli – su cui torneremo più avanti.

La leggenda del pesto di zia Maria

Quella del pesto di zia Maria è una vera e propria leggenda. Attraversa le stagioni: a Natale, lei e mio nonno si scambiano “i pacchi”, uno da giù e uno da su. Nonno Raffaele riempie il suo di prodotti tipici calabresi, mentre quello di zia Maria è pieno di olio di olive taggiasche, trofie del pastificio di fiducia e pesto fatto in casa. I barattoli di pesto riescono ad arrivare congelati, così che il nonno possa gustarselo tutto l’anno.

Il mio primo assaggio di questo pesto, però, risale alle vacanze di Pasqua: era quello il momento in cui da Bologna partivamo verso la Liguria per andare a trovare la zia. Non potevamo tornare a Bologna senza la nostra scorta di pesto e senza i canestrelli di cui sopra. Eravamo soliti aspettare un giorno in più e ripartire il martedì dopo Pasquetta pur di saccheggiare lo spaccio del biscottificio Grondona. I loro prodotti sono i preferiti di nonna Lina (che a volte è ben contenta di trovarli anche nella grande distribuzione a Bologna quando viene a trovarmi!).

Tornando al pesto, arrivava poi l’estate che zia Maria spesso trascorreva – ora meno, vista l’età che avanza – nella casa al mare di Isola Capo Rizzuto. Ovviamente, non poteva non portarsi dietro il suo pesto, da condividere in grandi pranzi di famiglia!

Se il pesto non va alla montagna…

Quest’estate abbiamo fatto un’eccezione: complice la pandemia e qualche acciacco della zia, sono tornato in Liguria e ci ho portato anche Eleonora. Dopo la pasta con le cozze di nonna Lina, doveva essere partecipe di quest’altro piccolo grande miracolo: le trofie al pesto di zia Maria.

Arrivati a Manesseno, la tavola era già apparecchiata, proprio come succede da nonno Raffaele a Crotone, e i cugini si erano concessi un pit stop dagli impegni quotidiani pur di condividere un pasto con noi e salutarci.

Quando l’abbiamo chiamata qualche settimana prima per dirle che saremmo passati da Genova e non potevamo non fermarci da lei, la zia era reduce da una piccola operazione. Nonostante ciò, dopo aver gioito per la nostra visita imminente, ci ha subito chiesto cosa avremmo voluto mangiare. “Che domande, zia, il tuo pesto!” le ho risposto senza esitare. Al che mi ha proposto una variazione al tema: la lasagna. Sebbene consapevole che sarebbe stata deliziosa, ho preferito evitarle uno strapazzo in più “ordinando” le classiche trofie al pesto.

E nel momento in cui il piatto (pro)fumante mi è arrivato sotto il naso, dopo avermi spalancato lo stomaco con focaccia ed olive, ho sentito che il cuore era già pieno.

trofie al pesto fatto in casa
Le trofie al pesto appena impiattate da zia Maria nella sua casa di Manesseno, estate 2021

Qual è il segreto del pesto di zia Maria?

Come può il pesto di zia Maria essere così buono, così speciale per noi? Una componente importante sta nei prodotti che sceglie: mentre chiacchieravamo con lei sul divano digerendo il pranzo, hanno bussato alla porta per consegnarle una cassetta di minuscole melanzane da fare ripiene e una busta di foglie di basilico per il pesto, appena raccolte dal contadino. Insomma, zia Maria ha i suoi agganci, anche lei usa l’equivalente dell’ “aglio del compare”.

In verità, credo che l’ingrediente principale sia proprio lei, la sua persona, la sua presenza. Una delle sue nipoti dice, a ragion veduta, che il pesto di zia Maria fuori dalla Liguria “sa di menta”. Quando arriva in Calabria non ha lo stesso sapore, specie se non lo mangi in sua compagnia.

Per questo, quando ha tentato di farci un carico di barattoli di pesto, le abbiamo detto che preferiamo tornare a trovarla il prima possibile per mangiarlo con lei, appena fatto, a Manesseno, vicino Genova.

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Simone Franco
Simone Franco

Fondatore e autore,
#ex schizzinoso

Articoli: 28

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