panzerotto fritto

A pranzo da Fratelli Marzano: un ritorno a casa

#accogliente

Da quanto tempo non tornate alla vostra regione di provenienza?

Ebbene, tra una zona rossa e l’altra, siamo stati da Fratelli Marzano e non vedevamo l’ora di raccontarvelo.

Quando abbiamo scelto di vivere altrove, l’abbiamo fatto con la consapevolezza che per tornare alle radici sarebbe bastato un treno o un aereo. Quando non si poteva “scendere”, sono arrivati i famigerati “pacchi da giù”, che eppure non riescono a contenere proprio tutto. I prodotti freschi, ad esempio, sono molto difficili da spedire senza preoccuparsi dello stato in cui raggiungeranno la destinazione.

E quando un pugliese ha voglia di panzerotto, quello non può arrivare col pacco da giù, e diciamocela tutta, neppure con l’asporto.

Con questo vuoto nel cuore e nello stomaco, siamo andati a trovare Nicola, Gianni e mamma Barbara a Castel Maggiore, appena fuori Bologna.

fratelli marzano bologna

Breve storia del sogno dei Fratelli Marzano

La sede principale dei Fratelli Marzano è aperta da poco più di due anni. Il primo compleanno è arrivato in tempi di covid, e anche il secondo non è stato risparmiato dalla pandemia. I due fratelli originari di Gioia del Colle hanno una lunga esperienza nella ristorazione, maturata rispettivamente a Rimini e a Milano. Sono tornati in Puglia per 4 anni dove hanno aperto la loro prima bottega per poi approdare in Emilia-Romagna. Il loro primo progetto qui è stato quello di un food truck con cui hanno girato l’Italia partecipando ad eventi enogastronomici di ogni tipo, e poi è arrivato il ristorante di Castel Maggiore, così che anche Barbara e il loro inseparabile cagnolino Oliver li hanno raggiunti per coronare un sogno.

Sogno che per qualsiasi trapiantato altrove prosegue nelle storie Instagram con cui in questi mesi hanno condiviso ogni tipo di manicaretto, esperimenti che presto faranno parte di un nuovo menù.

Ma bando agli spoiler, torniamo a noi e a quello che ci hanno fatto assaggiare prima dell’ultimo feroce lockdown!

fratelli marzano le piazze

Friggimi tutto!

Di primo acchito non ci aspettavamo di ritrovarci a casa delle nostre nonne: notare le sedie in vimini, le ceramiche di Grottaglie alle pareti e una credenza vecchio stile con tanto di utensili da cucina è stato un vero e proprio tuffo nel passato. Eppure con uno spiccato senso di modernità: le luci, i colori tenui tendenti al bianco, la presentazione e la freschezza dei prodotti tutti rigorosamente a km0 e di primissima qualità.

Non abbiamo potuto che iniziare con le patatine, rigorosamente fatte “in casa” proprio come una mamma, una zia, o una nonna prometterebbero. Tagliate sottili, rigorosamente con la buccia, e fritte a regola d’arte, così tanto da sembrare quelle di una busta da supermercato, e invece sono super #caserecce. Per accompagnarle abbiamo scelto una blanche biologica Matà, altrettanto pugliese, prodotta da tre cugini di Cerignola che si sono fermati a fermentare dopo aver girato il mondo. Una storia che tanto somiglia a quella dei proprietari di Affumico, dove vi abbiamo portati a pranzo qualche tempo fa.

Tutto per ingannare l’attesa di sua maestà: il panzerotto fritto. Non potevamo non scegliere la tradizione, “limitandoci” ad un ripieno di pomodoro e mozzarella DOP di Gioia del colle, ma le opzioni da Fratelli Marzano sono ben 13, solo per i panzerotti! Così abbiamo scelto di assaggiare anche quello con le cime di rapa, che ha incontrato tutte le nostre aspettative. #Autentico.

Sebbene il panzerotto fosse il motivo principale della nostra visita, non potevamo fermarci qui.

panzerotto fritto

P come puccia e pasticciotto

Sebbene le nostre abilità nella lievitazione siano andate via via migliorando a furia di sperimentare in quarantena, la focaccia barese non è semplice da riprodurre ed è meglio mangiarla da chi la sa impastare ad occhi chiusi, proprio come fa la signora Barbara! Così come non abbiamo potuto non mangiare la puccia che senza forno a legna non può cuocere come merita. In entrambi i casi, le opzioni per il ripieno hanno fatto vacillare le nostre idee chiare, ma alla fine abbiamo optato per la focaccia ripiena di burrata e capocollo di Martina Franca (#golosa, golosissima!) e la puccia con prosciutto cotto alle erbe aromatiche, caprino del Gargano, pomodoro fresco e carciofi sottolio, rigorosamente fatti da loro!

E che dire, quella è stata pura poesia, e anche la mazzata finale.

focaccia barese con burrata

Le chiacchiere con Gianni, fatte di ricordi condivisi e di progetti per il futuro (come il nuovo menù che vede l’ingresso anche di primi e secondi di carne e di pesce!) ci hanno convinti che non potevamo andar via senza il dolce.

E il dolce è un altro grande introvabile fuori dai confini pugliesi: il pasticciotto alla crema pasticcera con cuore di amarena Fabbri. Al primo morso della cosa più #coccolosa del pianeta Terra, si è chiuso un sipario, eccezionalmente riaperto per il caffè servito nelle tazzine marroni col bordo bianco, esemplari sopravvissuti solo nelle cucine del sud Italia.

Che abbraccio, che viaggio a pochi passi da casa, quella per scelta e non per destino.

I fratelli Marzano riaprono finalmente i battenti con novità come le bombette, le polpette e il panino murgese.

Se la vostra vacanza in Puglia è ancora in forse o non vedete l’ora di essere lì, questo è il posto che fa al caso vostro!

pasticciotto amarena

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