Comprare le cipolle di Tropea a Tropea

#divine


Quanti di voi possono dire di aver comprato delle cipolle di Tropea a Tropea? io sì!

Eravamo in viaggio verso casa, verso la Sicilia, io e mia moglie (che ai tempi era ancora solo la mia fidanzata) nella mia Panda a metano, senza aria condizionata. Le soste erano praticamente obbligate pena la nostra sopravvivenza, e a quel punto passavamo per Tropea, la famosissima landa delle cipolle più conosciute al mondo.

E infatti, sebbene sembri un’immagine stereotipata e ai tempi sembrasse un miraggio dovuto alla sete, mentre guidavo notai un cartello scritto a mano.

Nel bel mezzo della campagna qualcuno mi attraeva a sé per quella che diventò una missione: “VENDO CIPOLLE”.

Compro cipolle!

Come nelle migliori occasioni della vita, ciò che cercavamo era venuto a prenderci.

Per conquistare le cipolle era necessario entrare nell’abitazione della signora più gentile ed ospitale del paese. Ci fece sentire talmente tanto a nostro agio che ci sembrava di averla già incontrata altrove, anche se era senza dubbio la prima volta che ci vedevamo in vita nostra.

Subito dopo la signora gentile la vidi, la distesa di cipolle incantate che aspettava solo di accomodarsi nella mia Panda.

“Dieci chili, per favore”, dissi.

A questo punto del racconto vi vedo con le facce esterrefatte che mi dite: “ma sei scemo? Dieci chili? Sai che puzza in una Panda in piena estate? E poi che ci fai?”

Sì, lo ammetto. Dopo altrettanti dieci secondi ero già pentito.

Pentito di non averne prese un quintale, perché quando ci ricapitava?!

L’assaggio, una volta arrivato a casa, mi confermò che sarebbe stato giusto aggiungere uno zero alla quantità che mi ero accaparrato.

La morte delle cipolle di Tropea è un’insalata

Come gestire dieci chili di cipolle di Tropea?

Ci ho fatto una marmellata?
Ho fatto chilometri di teglie al gratin per un record al Guinness dei primati?
No.

Tornato a casa chiesi a mio suocero di portarmi dei pomodori freschi del suo orto meraviglioso, e li tagliai a fette insieme alla cipolla. Con l’aggiunta di un filo di buon olio extravergine e un pizzico di sale, composi un’insalata che mi portò in paradiso.

Una complessità di sapori sconvolgente mi esplose in bocca assaporando un piatto che più semplice di così non poteva essere. C’era un sentore di cipolla netto, potente, ma allo stesso tempo delicato. Sì, potente e delicato nello stesso boccone, per quanto possa suonare assurdo, perché quelle cipolle esaltarono il resto degli ingredienti accostati, anzi completarono il loro gusto con una… potenza delicata.

Un trucco di magia che solo la signora gentile ci potrebbe svelare, forse, o addirittura chi si è occupato del terreno in cui le cipolle sono cresciute. Può saperlo solo chi ha reso possibile quel microclima perfetto.

Io so solo che quelle cipolle le mangerei come fossero mele, a morsi.

Il ricordo che ne conservo è godurioso e malinconico, e finora non si è replicato assaggiando un’altra cipolla di Tropea che non fosse quella sponsorizzata dal cartello nel mezzo di una campagna desolata, a casa della signora gentile.

L’orto “incriminato”

RICETTA DELL’INSALATA DI POMODORI E CIPOLLE DI TROPEA

INGREDIENTI X 4 PERSONE

  • Pomodori dell’orto del suocero – 500 g
  • Cipolla della signora di Tropea – 1
  • Olio, q.b.
  • Sale, q.b.
  • Foglie di basilico – a sentimento

PROCEDIMENTO



Tagliare i pomodori a pezzettoni.
Tagliare la cipolla ad anelli.
Unire gli ingredienti a sentimento, et voilà, la magia è fatta!

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Pier Paolo Vecchi
Pier Paolo Vecchi

Fondatore e autore,
#curioso

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